SENZA TITOLO

Monotipo su tela, 200 cm x 35 cm, 2010

Le opere sono realizzate con la tecnica del monotipo per contatto, ovvero facendo aderire la corteccia di alcuni alberi sulla tela. Dall’incontro tra la pelle dell’albero e la pelle dell’artista, che usa le proprie dita per imprimere il motivo sulla tela, sfruttando il colore calcografico, emerge una poetica della simbiosi tra umano e naturale, in cui l’oggetto artistico perde ogni tratto di artificialità.

La pelle degli alberi

Le immagini che originano il monotipo sono il risultato di un’esperienza di sintesi iconografica tra le le impronte dei fusti verticali e alcune sezioni di taglio di ceppi morti. Allo spettatore si restituisce così una prima impressione di verosimiglianza, che scaturisce dalla dimensione naturale dei fusti verticali e dalla “vivacità” della corteccia. Allo stesso tempo, l’applicazione delle sezioni di taglio alle estremità dei fusti suscita un effetto prospettico distorsivo e straniante. Il confine tra “natura” e “arte” diventa sottile, quasi impercettibile: è la natura ad irrompere sulla tela e a chiederle ascolto o invece è la tela che imbriglia l’oggetto vivente costringendolo allo sguardo riflessivo dello spettatore? In questo processo di attribuzione d’identità, l’artista si rende strumento silenzioso di trasmissione di un dialogo che è esterno alle sue mani

Tessuto scorrevole

Per la composizione dell’opera, l’artista sceglie di smontare le tele dai rispettivi telai, dopo averle preventivamente trattate con l’imprimitura tradizionale. Il distacco assume il valore di una liberazione della materia da tutto ciò che la costringe all’interno di rigidi schemi istituzionali; si origina così un percorso di avvicinamento alla fluidità della natura, che condurrà alla realizzazione di un monotipo diretto, in cui il supporto, divenuto arrotolabile e scorrevole, aderisce placidamente alle cortecce degli alberi.

Modalità espositive

Queste stampe a monotipo diretto su tela sono state esposte in ambienti diversi. La “mobilità” delle tele consente infatti un pieno adattamento all’ambiente che le ospita, sia che si voglia lasciarle cadere come panni mossi dal vento, sia che si voglia presentarle adagiate per terra, come pelli ad essiccare.