HIRSCHKÄFER

 

Hirschkäfer, Aquaforte, lastre matrici su ceppi, dimensione ambiente, 2013

Come in una collezione entomologica, i “cervi volanti” sono incastonati sulla lastra, trattenuti nella morsura ad acquaforte sul metallo

Hirschkäfer, i cervi volanti

Sembra quasi di trovarsi tra le vetrine di un Museo naturalistico. Nessuno, però, ha spillato gli insetti nell’apposita cassetta. I “cervi volanti” sono stati infatti impressi sul metallo dalla mano dell’artista, attraverso la morsura dell’acquaforte. Così, il Lucanus cervus tanto caro a Dürer, che amava ritrarlo ai piedi delle proprie composizioni, diviene immagine fantasma sulla lastra lucida, quasi specchio dell’ambiente circostante.

Come un’ascia nel legno

Le lastre metalliche vengono inserite nel legno con un colpo secco: l’effetto visivo restituito allo spettatore è quello di un’accetta infissa in un ceppo. L’oggetto artistico “finale” riproduce quindi idealmente lo strumento che ha tagliato il tronco, rendendolo per così dire idoneo all’installazione; di più, nelle crepe in cui sono state inserite le lastre, in natura si anniderebbero, allo stato larvale, gli insetti protagonisti dell’opera. In questo modo, la morte ritorna alla vita: il “cervo volante”, rinchiuso nella freddezza immobile della lastra metallica, ritrova l’ambiente che lo avrebbe accolto, offrendogli un caldo riparo, nelle prime fasi di vita.

Tiratura unica

Realizzate con la tecnica dell’acquaforte, anche queste incisioni utilizzano la matrice come termine ultimo dell’opera d’arte, negando di fatto il principio di riproducibilità seriale cui la matrice è strettamente associata. Le lastre sono state sottoposte a morsura e poi inchiostrate; una volta essiccate, esse non possono generare altre stampe. Nel progetto dell’artista, i ceppi sono affiancati in sequenza, come a ricreare il profilo di un bosco incantato, nel quale i cervi volanti, un tempo simbolo luciferino, dalle loro dimore metalliche innescano innocui giochi di luce.